Dobbiamo purtroppo prendere atto che le imprese non sono più nella condizione di scegliere il personale da assumere, ma solo di essere scelte. Sono i giovani candidati che cercano proposte convincenti, un motivo per scegliere di lavorare con noi e non con altri, ed evitare di scappandosene all’estero.
Ci siamo mai chiesti: cosa facciamo per rendere la nostra azienda appetibile, interessante, capace di attrarre nuovi candidati ma anche trattenere i nostri collaboratori?
Quale motivazione?
È veramente triste dover leggere statistiche che parlano di una piccola minoranza di collaboratori soddisfatti in quello che fanno e non rimanere indifferenti.
Ne deduciamo che la maggioranza delle persone vada a lavorare demotivata (le ragioni possono essere veramente tante).
Prova a chiederti: quale è il clima nella tua organizzazione? quanto motivate e coinvolte sono le persone che collaborano con te?
Lo spiegava bene Daniel Pink[1] in un lavoro di qualche anno fa:
la motivazione si trova non solo quando le persone trovano sicurezza, del posto, dello stipendio ma possono mettere in gioco i loro talenti, agire in autonomia e sentire di partecipare ad uno scopo che ha senso.
Cosa sta cambiando?
I giovani stanno cambiato il modo di lavorare e la complessità del lavoro cresce in modo esponenziale grazie alle nuove tecnologie, alla Rete e le nuove forme con le quali si creano relazioni e soluzioni ai bisogni.
Di contro persiste nelle nostre imprese una cultura manageriale miope che replica e ribadisce con forza modelli organizzativi talmente obsoleti, che porta le imprese al fallimento.
Stanno cambiando rapidamente i valori sociali e professionali.
Le nuove generazioni impongono un ritmo molto sostenuto al cambiamento.
Non basta più parlare della sola responsabilità sociale ci viene richiesta una piena collaborazione alla ricreazione del pianeta.
Ai giovani non interessano più il profitto a breve e i premi di risultato, vogliono avere il diritto di vivere bene e a lungo, anche loro.
Come vedi, la motivazione che ci spingeva una volta ad entrare nel mondo del lavoro è cambiata.
Ci sono aspettative diverse, si ha bisogno sempre di più di uno “scopo”, di “un perché”.
Le domande dei giovani
I giovani ci chiedono: “cara azienda (dove lavarono o lavoreranno) hai un piano strategico? “Quale meta desideri raggiungere?” “Qual è lo scopo del tuo agire mentre fai business?”
Penso sia facile, a questo punto, intuire la ragione per la quale le nostre aziende non sono capaci di attrarre né, tantomeno, trattenere talenti: mancano leader umili capaci di definire e progettare insieme a loro lo scopo; il perché è meglio fare impresa con noi e non altrove.
Ora è necessario: coinvolgi i giovani a progettare e realizzare un vero piano strategico. Non attendere oltre.
[1] Leggi il suo libro: Drive. La sorprendente verità su ciò che ci motiva nel lavoro e …