La guerra e la pianificazione strategica hanno qualcosa in comune?
Eccetto la mancanza di violenza che dovrebbe contraddistinguere ogni buon progetto di pianificazione strategica, sembra proprio di sì.
E’ quello che vorrei spiegarti con questo articolo.
“Tutti dicono e ripetono che bisogna <<somigliare all’acqua>> e che <<la guerra si fonda sull’inganno>>. Tolte dal loro contesto tali frasi non significano nulla ne possono insegnare alcunché. L’arte della guerra è il testo più sopravvalutato e sottovalutato dei nostri tempi.”
Questo è un pezzo dell’introduzione di Wu Ming a “L’Arte della guerra“, il primo trattato sulla Pianificazione Strategica, attribuito a Sun Tzu nel IV secolo A.C. Recentemente mi sono imbattuto in questo libro che da tempo avrei voluto leggere.
Altri consulenti che si occupano come me di strategia d’impresa, già da un po’ di tempo mi stavano assillando con frasi del tipo: “devi assolutamente leggerlo. Chi si occupa di Pianificazione Strategica non può non averlo letto”.
Così, con un po’ di vergogna, a quasi 30 anni ho letto questa mini guida alla pianificazione strategica.
Ovviamente, ho iniziato leggendo quella parte noiosa e barbosa che solitamente tutti saltano: l’introduzione.
Sorprendentemente, ho scoperto che non era affatto ininfluente o noiosa, ma mi ha permesso di leggere il resto del libro in un’ottica diversa.
Sostanzialmente, Wu Ming conferma una lettura della realtà che ormai rimane oscura solo a chi intenzionalmente finge di non vederla: manca una prospettiva di lungo termine.
Nessuna nazione, ad esempio, sa immaginare il proprio futuro tra 15 anni.
Il mantra che ripetiamo in continuazione è “uscire dalla crisi”.
Ok. Ma per andare dove?
E siamo arrivati a questa situazione, perché abbiamo pensato in maniera troppo superficiale e così un libro come l’Arte della guerra è stato (come dice Wu Ming)
“sopravvalutato perché lo si carica di aspettative taumaturgiche, salvifiche e provvidenziali: a sentire alcuni, basterebbe averne una copia in saccoccia per rinascere grandi strateghi. Sottovalutato perché è un libro da cui poca gente si è dimostrata in grado di apprendere qualcosa.”
Wu Ming ci aiuta a capire come la pianificazione strategica sia una metodologia efficace per prevenire i problemi ed evitare di affrontarli quando il danno è fatto e le possibilità di scelta diventano limitate.
“Se L’arte della guerra fosse davvero la lettura più frequente, amata e ponderata da manager, capi d’impresa, dirigenti di multinazionali, ecc., si accorgerebbero dei problemi molto prima del loro divenire emergenze e del loro sfociare in tracolli, disastri finanziari, crisi, esplosioni di bolle finanziarie”.
Pianificazione strategica o pianificazione tattica?
Molto spesso, l’errore che fanno i grandi manager è quello di confondere la pianificazione strategica con quella tattica. E’ meglio vincere la battaglia o la guerra? Visioni di presente o visioni di futuro?
“Se costoro fossero davvero strateghi (anziché giocatori d’azzardo che tirano ad indovinare passando da una tattica angusta ad un’altra ancora più angusta) non si sarebbero adagiati su un tran-tran da eterno presente dei consumi, ignorando ogni segnale d’allarme proveniente dal mondo. Al contrario, avrebbero da tempo investito sull’emancipazione dal petrolio e altre risorse non rinnovabili. Avrebbero riconvertito quanto più possibile.”
E continua Wu Ming:
“Grazie alla loro brevimiranza la decrescita si annuncia traumatica e velenosa. Per tutti. Anche per loro”.
Perfetto. Abbiamo capito che quanto manager e imprenditori hanno fatto sinora non è l’arte della pianificazione strategia (o arte della guerra). Ma allora, come va interpretato questo magnifico libro? Cos’è l’arte della guerra?
“Sunzi insegna a evitare la guerra. Il bravo stratega rifugge qualunque scontro non inevitabile e se proprio deve combattere non combatte un minuto di più dello strettamente necessario.”
Come dice Wu Ming interpretando l’arte della guerra, il successo si pianifica prima di raggiungerlo.
“La vittoria perfetta va ottenuta già prima di combattere, affinché lo scontro sia soltanto una conferma, la messa a puntino sulla i, e quindi duri poco, sparga la minima quantità di sangue, dissipi la minima quantità di energie.”
In altre parole, come ripeto sempre ai miei amici e clienti imprenditori: “l’80% del tempo per pianificare e il 20% per eseguire.
Se ancora non lo avete fatto, vi consiglio di andare in libreria e comprarvi questo piccolo manuale di strategia. Se lo avete già letto, rileggetelo ancora una, due, tre volte.
Per assaporare e capire sino in fondo questo libro, così come per la pianificazione strategica, è necessario studio e approfondimento.
Quando lo leggi, sarei felice di sapere cosa ne pensi!
Roberto Lorusso
Founder and Ceo Duc In Altum srl