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Nel corso della nostra attività di governo dell’azienda o di conduzione di un Piano Strategico capita di frequente di dover prendere decisioni importanti.
Sicuramente anche tu avrai preso del tempo prima di decidere. Ma ti domando: Si è trattato del giusto tempo?
Quando ci prendiamo tempo per riflettere, studiare, approfondire, stiamo facendo molto bene, stiamo facendo una cosa giusta, perché stiamo esercitando un grande competenza (tutti la conoscono come virtù) che si chiama PRUDENZA.
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LA PRUDENZA NON È “PRENDERE TEMPO”
Come sai la prudenza non è “prendere tempo” o un “attendere che le cose accadano”, oppure avere l’atteggiamento degli “equilibristi”.
La prudenza è la virtù delle decisioni e deve essere la prima virtù di chi ha l’onere di governare. Più esattamente la prudenza è il saper coniugare insieme due altre virtù: il coraggio ed il timore.
Perché dopo aver ascoltato, indagato, analizzato ciò che va fatto, lo si deva fare subito, con coraggio, ma anche con i piedi per terra perché resta il timore di sbagliare.
Il “non decidere” e “non agire subito” sono gravi errori che non dobbiamo commettere.
Il ruolo di un responsabile di progetto o di un imprenditore all’interno della Pianificazione Strategica richiede di essere una persona prudente.
LA PERSONA PRUDENTE
La persona prudente è colei che sa vedere le cose come davvero sono, senza preconcetti o pregiudizi e senza farsi prendere dalla paura della verità o deformarle per volgerle al proprio interesse.
Un detto latino recita: Age quod agis. Metaforicamentecostituisce un richiamo ad interpretare correttamente il presente, che è in nostro possesso e dal quale dipende l’avvenire.
Quindi senza farsi ingannare dalle apparenze, la persona prudente cerca negli altri l’aiuto a conoscere la verità delle cose.
Attenzione, però, è necessario saper distinguere tra persona e persona, cioè da chi è credibile e merita fiducia e chi invece inganna.
Dobbiamo acquisire consapevolezza sullo stato presente e prendere coscienza delle vere priorità. Per questo motivo io consiglio sempre di allargare coinvolgere altre persone nel processo decisionale.
Possiamo discuterne nel CdA (semmai allargato ai nostri collaboratori) possiamo invitare esperti. Il tutto per guardare più in profondità, e generare con più certezza la cognizione del dove siamo, e quindi fare una “vera” analisi di contesto. Dico “vera” perché molto spesso siamo abili a mentire a noi stessi anche se i fatti sono così evidenti.
In altre parole l’analisi del presente ci invita a prendere decisioni importanti e noi dobbiamo farlo nel modo migliore senza sottrarci alla responsabilità della decisione.
Perché se ci distraiamo e non decidiamo, rischiamo in breve tempo di fallire e non portare a termine il nostro progetto di Pianificazione Strategica.
La prudenza è l’arte di deliberare ed attiene alle cose che sono in nostro potere di fare; la prudenza cerca la “verità pratica”, la capacità di stabilire con sicurezza “che cosa si deve fare oppure non si deve fare”.
Avendo presente il nostro Action Plan, la prudenza ha a che fare con le azioni che dobbiamo intraprende SUBITO.
La prudenza aiuta a scegliere le soluzioni e prendere decisioni – deliberare – che producono un “bene” per l’azienda e quindi aiuta a decidere “cosa” e “come” fare perché le azioni possano utilizzare solo i mezzi che ci consentano di raggiungere “scopi buoni”.
INTELLIGENZA NON È LA STESSA COSA DI PRUDENZA.
Capita sempre che rivolgendoci ai nostri collaboratori diciamo: “usiamo l’intelligenza” e quasi mai diciamo “usiamo la prudenza”.
Si tratta di una questione delicata e direi anche importante alla quale non prestiamo attenzione.
L’intelligenza infatti è l’abilità di conseguire un qualsiasi “fine” o “obiettivo strategico”.
La prudenza, invece, è l’abilità di conseguire solamente obiettivi o fini “buoni”.
Per concludere, cito Aristotele che definisce la prudenza una virtù “architettonica” perché quando delibera dirige tutte le nostre azioni solo verso uno “scopo buono”.